CARRITOS
CARRITOS
Hay restos de amapolas è un racconto per immagini che esprime la fertilità nella similitudine organica della povertà, che dall’economia del denaro fa necessità e virtù di quella della raccolta, della conservazione e del riuso.
La volatilità della scarsità, ma anche la sua rivalutazione per la vita, convivono accanto agli scenari di abbandono e di violenza selvaggia delle villas miseria. I carritos realizzati dall’artista portano con sé questa duplice funzione iconica.
La prospettiva del raccolto abbondante testimoniata dalla scelta di attrezzi agricoli di legno è ribadita da abbondanze di cornucopie che nelle trasparenze cristalline di bottiglie in vetro o nell’evocazione di pepite dorate prefigurano l’Eldorado, il Paese di Cuccagna, il mito della corsa all’oro. Al rovescio di questa suggestione, le strutture che invadono i carretti frugali sono intrichi problematici, installazioni di fortuna che riabilitano scarti di tessuto esausto, che nell’horror vacui ammettono il peso e l’insostenibilità di una condizione.
I carritos carichi di scorie della società industriale assumono il valore aggiunto dell’opportunità
pesante e alleviante nel contempo. L’artista riveste, protegge e attutisce questi oggetti che aspirano ad una vita
ulteriore, circondati dalla stessa aura che emanano per chi vi coglie un significato estremo di vita.